Relazione tra studi moderni

Relazione tra Studi Moderni sui Matriarcati e l’Economia del Dono

Heide Goettner-Abendroth

I Moderni Studi Matriarcali confutano il mito della dominazioni universale maschile e del patriarcato universale. Gli studi matriarcali si occupano di indagare e presentare società non patriarcali: quelle che sono esistite nel passato e quelle ancora esistenti. Perché ancora oggi nel mondo esistono popolazioni indigene in Asia, Africa, nelle Americhe e in Oceania che adottano culture tradizionali con schemi matriarcali. Nessuna di queste società è una mera inversione del patriarcato in cui le donne governano: sono invece società in cui tutti i generi sono uguali e la maggioranza di esse sono completamente egualitarie.

Questo significa che non conoscono gerarchie né classi, tantomeno la dominazione di una genere sull’altro. Sono società libere dalla dominazione, nonostante osservino delle regole. E ciò le rende molto attraenti per chiunque sia alla ricerca di nuove filosofie per creare società giuste e pacifiche.

 

Negli ambiti matriarcali uguaglianza non significa semplicemente livellamento delle differenze. Le differenze naturali tra i generi e le generazioni sono rispettate e onorate, ma non sono mai utilizzate per creare gerarchie, come di solito accade nelle società patriarcali. I diversi generi e generazioni hanno la loro dignità e trovano il loro equilibrio tramite aree complementari di attività .

Ciò può essere constatato a ogni livello della società: sociale, economico, politico e in relazione  alle visioni del mondo e alla fede.

 

A livello sociale le sociatà matriarcali sono basate sul clan e si fondano sull’”ordine simbolico della madre” (Luisa Muraro). E’ la maternità la funzione più importante in ogni società, in quanto è la cura materna a dar vita alle nuove generazioni, che sono il futuro della società. Il valore dell’attitudine materna, che è l’atteggiamento alla nutrimento e alla cura, è il valore di base delle società matriarcali.

E’ però necessario chiarire due punti a questo proposito:

1. nelle società matriarcali non è necessario essere una madre biologica per essere riconosciuta come donna, perché la maternità di un gruppo di sorelle è una pratica comune. Non è necessario che ogni sorella abbia individualmente dei figli, ma insieme sono tutte “madri” di un qualsiasi figlio di una di loro. Questo modello di maternità è fondato sulla libertà della singola donna di decidere da sola se avere o no figli biologici.

2. Nelle società matriarcali, alla cura materna, che ha origine come un fatto biologico, si dà una tale importanza che è trasformata in un modello culturale. Questo modello è molto più appropriato alla condizione umana rispetto al modo in cui i patriarcati concettualizzano e utilizzano la maternità. Naturalmente, i patriarcati dipendono dalla maternità come qualsiasi altra cultura, ma fanno in modo che tale importanza sia invisibile. Ciò fa sì che le donne, e in modo particolare le madri, si trasformino in schiave.

Le persone vivono insieme in ampi gruppi di parentela formati secondo il principio della matrilinearità. Il nome del clan, le posizioni sociali e i titoli politici vengono trasmessi attraverso il lignaggio materno. Questi matri-clan consistono almeno di tre generazioni di donne. In molti casi, il matri-clan vive in una grande casa del clan. Le donne vivono lì in modo permanente, le figlie e le nipoti non lasciano mai la casa materna. Questo si definisce matrilocalità.

Gli sposi/mariti o amanti restano solo la notte: un modello che è definito “visiting marriage – matrimonio di visita” .

Ogni clan è un’ unità autosufficiente.

La coesione sociale tra diversi clan in un villaggio o città viene raggiunta tramite la convenzione di matrimoni complessi, i cui legami vengono sviluppati mediante modalità mutualmente benefiche.

Il risultato è che tutti gli abitanti di un villaggio o di una città sono collegati agli altri per nascita o per matrimonio. In questo modo si viene a creare una società intesa come clan allargato dove ognuno è “madre” o “sorella” o “fratello” di tutti. Pertanto, le società matriarcali sono non- gerarchiche, orizzontali, e fondate su legami matrilineari.

L’ordine sociale basato sulla maternità genera importanti conseguenze a livello economico.

Il fatto che le donne abbiano il potere di disporre dei beni e della casa del clan, e in modo particolare delle risorse per il nutrimento – campi, greggi e cibo – è molto importante.

Tutt i beni sono dati in consegna al clan della madre, la matriarca, e lei – madre di tutti i membri del clan – li distribuisce equamente fra i suoi figli e nipoti. Questo particolare aspetto, oltre alla matrilinearità e matrilocalità, garantisce alla donne una forte posizione in queste società, che non sono semplicemente matrilineari, ma effettivamente “matriarcali”. Ed è qui che possiamo vedere il valore della cura materna che permea le strutture economiche e sociali, e che è fonte di pace per l’intera società.

Come principio etico, la cura materna coinvolge tutte le aree della società matriarcale, e ciò vale anche per gli uomini. Se un uomo della società matriarcale desidera acquisire status tra i suoi pari, oppure diventare un rappresentate del clan verso il mondo esterno, il criterio è che “deve essere come una buona madre” (da un detto dei Minangkabau, Sumatra).

A livello economico questo principio impedisce l’economia di scambio e sviluppa pienamente una economia del dono, secondo i termini con cui Genevieve Vaughan definisce entrambi i tipi di economia.

Nelle economie matriarcali, il donare non è una coincidenza, un atto arbitrario, confinato alla sfera privata.

Al contrario, le merci circolano nel pubblico come regali.

I membri di una comunità matriarcale godono di una reciproca mutualità: ogni vantaggio o svantaggio in termini di acquisizione di merci è mediato da linee guida sociali.

Per esempio, ai festival dei villaggi, i clan più ricchi invitano tutti gli altri abitanti come ospiti. I membri del clan più ricco organizzano il banchetto, i rituali, la musica e le danze di uno dei festival annuali e offrono la loro ricchezza come dono a tutti i vicini. Non guadagnano nulla se non onore. Al festival successivo un altro clan fortunato supererà se stesso nell’invitare tutti al proprio villaggio e vicinato, e li intratterrà e offrirà regali. Poiché questa è una attitudine generale, l’economia matriarcale può essere definita come “economia del dono” nel vero senso.

Pertanto a livello economico le società matriarcali creano un’economia bilanciata, che è la base per la pace. In base a questi aspetti, a livello economico le società matriarcali sono società di reciprocità economica, basate sulla circolazione dei doni.

Il modello a livello politico è il seguente:

1. principio sociale di maternità nel senso biologico e simbolico che forma la “grande famiglia” di tutti gli abitanti

2. principio economico della cura inteso come reciproco donare e ricevere nell’economia del dono.

La pratica politica segue il principio del consenso, che significa unanimità per ogni decisione. Queste società sono ben organizzate per attuare questo principio e lo fanno seguendo le linee del vincolo matriarcale. Le donne e gli uomini si incontrano nella casa del clan e formano un consiglio in cui si discutono le questioni domestiche.

Ciascuno ha solo un voto, anche le matriarche, e nessun membro della casa è escluso. Dopo una lunga discussione ogni decisone viene presa tramite il consenso. Questa è la base della vera uguaglianza.

Lo stesso vale per l’intero villaggio. Quando si discutono temi che riguardano il villaggio, delegati da ogni casa- clan si incontrano per il consiglio del villaggio. I delegati non prendono decisioni, ma comunicano semplicemente le decisioni che sono state prese nella loro casa-clan. Essi/e mantengono il sistema di comunicazione del villaggio e vanno avanti e indietro tra il consiglio del villaggio e la loro casa-clan fino a quando il villaggio intero raggiunge il consenso.

Lo stesso si applica a livello regionale. I delegati dei villaggi si spostano tra i consigli dei villaggi e il consiglio regionale fino a quando tutti gli individui della regioni hanno raggiunto il consenso.

La base di tutte le politiche è la casa del clan dove vive la gente, ed è in questo modo che viene messa in pratica una vera ‘democrazia dal basso’. Il risultato di questi schemi è che i matriarcati sono società egualitarie di consenso, il che mostra chiaramente come il valore della cura permea anche la pratica politica.


Questi modelli politici non permettono di accumulare il potere: i matriarcati non hanno sistemi o classi di regole e non ci sono classi di persone oppresse. Non conoscono quei ‘corpi di legge’, come i guerrieri o la polizia, né istituzioni di controllo o di punizione, che sono necessari a stabilire la dominazione – caratteristiche di tutte le società patriarcali nel mondo. Quindi, non aiuta molto se le donne di oggi adottano schemi di dominazione per stabilire il loro potere – semplicemente riproducono il patriarcato con facce femminili.

Ma un tale sistema sociale non potrebbe funzionare nella sua interezza se non ci fosse una profonda attitudine spirituale che permea e supporta il tutto.

A livello spirituale e culturale, le società matriarcali non hanno religioni gerarchiche basate su un Dio maschile onnipotente al di sopra del mondo – un mondo che a suo volta viene svalutato come “valle di lacrime e disgrazie” o ancora peggio come “ materia di morte”. Nelle società matriarcali la divinità è immanente, in quanto il mondo intero è considerato divino, divino femminile. Questo si manifesta nella concezione diffusa che vede l’universo come Grande Dea che porta avanti tutto tramite la nascita, e la terra come Grande Madre che crea tutti gli esseri viventi. E nella concezione che ciascuno è dotato di divinità come figlia/o della Grande Madre Natura.

In un tale cultura, tutto è spirituale. Nelle feste che seguono i cicli stagionali e i cicli della vita, tutto viene celebrato. Non c’è alcuna separazione tra il sacro e il profano, e anche le attività di ogni giorno hanno un significato rituale. In questo senso le società matriarcali sono sacre.

Quindi, possiamo vedere che le società sono interamente costruite sull’immagine di Madre Natura creatrice. La madre divina è riflessa in ogni donna – in ogni essere femminile e nelle sue capacità di creare.

Ogni azione sociale, economica e politica è guidata dal principio del mondo e dell’universo: la cura che tutto ingloba.

Quindi a livello spirituale, le società matriarcali sono società sacre e culture del Femminile Divino o Dea.

In tal modo il principio del dono si rivela chiaramente a ogni livello nelle società matriarcali:

comprende non solo il donare a livello economico, ma anche il nutrire e curare che si manifesta a livello sociale.

Sul piano della generosità intellettuale i doni sono espressi nel processo di creare consenso a livello politico, e gli sforzi sono sempre diretti verso soluzioni pacifiche.

Tutto ciò è integrato nel dono spirituale di una visone del mondo in cui Madre Natura è vista come creatrice di vita e generatrice di tutte le forme di esistenza.

Il valore di una cura che tutto include e il valore di schemi intelligenti applicati a diversi livelli delle società matriarcali sono energie fondamentali per creare società nel futuro.

In questi tempi ultimi e distruttivi del patriarcato tutto ciò risulta essere urgentemente necessario.

Traduzione a cura di Anonima Network Bologna 2007