Armonie e la Rete attraverso lo Specchio

Armonie e la Rete attraverso lo Specchio

Durante il 2019, l’associazione Armonie ha preso parte a una serie di progetti di educazione alle differenze in ambito scolastico ma anche nel contesto sportivo. Il progetto Donne sul filo, dell’Unione Savino Valsamoggia e con il contributo della Regione Emilia-Romagna, è stato rivolto a una serie di scuole e di centri sportivi della zona. La Rete Attraverso lo Specchio, di cui fa parte Armonie, è stata altresì riconosciuta da Citta Metropolitana come soggetto privilegiato per portare avanti dei laboratori nel Comune di Gaggio montano. È qui che, presso la scuola secondaria di primo grado del paese, si sono tenuti sei incontri nel periodo della Giornata internazionale di lotta contro la violenza sulle donne.

L’educazione è una relazione dinamica che ha l’obiettivo di stimolare la consapevolezza, di valorizzare i percorsi soggettivi, di riconoscere autorevolezza all’esperienza individuale. Avere presente la dimensione del genere in educazione significa partire dalla specificità di ogni bambina, bambino, ragazza, ragazzo accompagnadola/o, con fiducia e libertà, nell’elaborazione dell’esperienza di sé. Dall’esplorazione dei “luoghi comuni” e del loro carattere rassicurante, al riconoscimento dei modelli dominanti e delle loro dinamiche semplificatorie e identificative, alla scoperta delle risorse originali di ognuno e di ognuna, l’educazione al genere è un’occasione di crescita multidimensionale e uno strumento per emanciparsi da vincoli culturali stereotipati e limitanti.

Abbasso gli stereotipi: fai la differenza! Laboratori per adolescenti nelle scuole

In adolescenza, la ricerca della propria identità nelle relazioni sociali ed intime diventa un’esigenza centrale. In questo percorso, le/i giovani solitamente si rendono conto di doversi destreggiare in un contesto ricco di pressioni ed aspettative, a volte anche contraddittorie fra loro. Esse sono esercitate da parte delle comunità di appartenenza e dai media. Ad esempio, una ragazza sarà adeguata quando è carina, modesta, sorridente, premurosa e affabile, ma anche avvenevole e provocante. Altre caratteristiche dipingono invece l’immagine della donna madre di famiglia, devota alla cura dei bambini ma anche – acrobaticamente – affermata donna in carriera. Parallelamente, ai maschi viene richiesto di essere duri e forti, di non esprimere sentimenti quali tristezza o delusione, di essere carismatici e inclini alla leadership, e infine dei perfetti capofamiglia. Quando le ragazze e i ragazzi individuano gli stereotipi sono in grado di esplorare le loro credenze fino a comprendere come il consolidamento di questi ruoli così ‘inscatolati’ contribuisca alla violenza di genere.

Sport senza stereotipi: laboratori per allenatrici e allenatori

È vero che bambine e ragazze non sono capaci di giocare a calcio? Che la nazionale di calcio femminile non è una vera nazionale? O che la danza è uno sport solo per le femmine? La scelta dell’attività sportiva risponde ai desideri e alle inclinazioni di bambine/i e ragazze/i, oppure è dettata dalle aspettative degli adulti e delle adulte? I desideri, le inclinazioni, le aspettative sono proprio le nostre o sono modellate dal contesto culturale in cui viviamo? La proposta è quella di laboratori trasformativi rivolti ad allenatrici, allenatori e dirigenti dove confrontare pregiudizi ed esperienze al genere, attraverso discussioni, visione di filmati e giochi educativi per combattere gli stereotipi e perché lo sport sia luogo di inclusione e pari opportunità.